Annarita Borrelli
Poeta, critico d'arte, scrittore
Executive coach
La poesia è un atto ignoto, non si doma per caso.
Se ti fidi di un poeta che sa annusare la vita e il tempo che deve ancora venire, allora puoi salire sulla sua carrozza da coach per apprendere nuove possibilità per il tuo futuro.
Estratto da Pilastri nel fango ©
I versi di “Pilastri nel fango” sono la coda nervosa delle anomalie della vita, ruvide espressioni di un disagio percettivo che si tramuta in cinico pessimismo. Ogni poesia custodisce memorie ed anima antiche consapevolezze, visioni, dolori, impeti, consolazioni, moniti, imperituri dialoghi, oscurità e fondi vacui o inesistenti. Tutta melma in risalita. Una tomba per l’entusiasmo, la madre delle disillusioni, il tormento statico, il sangue gelido, noi sempre incastrati ed immobili nonostante i vorticosi ideali del pensiero e delle sue rotte; un gioco della mente, una scommessa contro le scatole di struttura. Se c’è una cosa che, secondo il giudizio comune, possa considerarsi caratterizzante proprio della mente e delle sue beffe, questa cosa è la coscienza. Quando si oltrepassa il confine delle distorsioni e delle interferenze, quando ci si libera dall’enorme massa di fanghiglia in cui si nasce, scopo e necessità di essere, come colpa e purificazione della coscienza stessa, si tramutano in docili fantasmi, memorie ancient regime. L’Io dinanzi al nulla. La melma sociale che penetra e trasforma le coscienze individuali, il risultato della sedimentazione delle frustrazioni e dei coaguli di sangue ormai raffermo che ci attraversano nei ricordi come nodi dolorosi ... Non c’è tempo, non c’è aria, non c’è alcuno scopo se non la necessità di contribuire all’alimentazione energetica del default storico e privato. La vita trascorre nelle miscele di inganni solidi, dispersi nelle liqudità di un misero e rassegnato sguardo verso il basso. Questa raccolta interpreta le asfissie da soffocamento socio-esistenziale tipiche delle gabbie metropolitane. Da più di un secolo la città sostituisce la natura e le sue forze agli occhi dell’uomo che vede più spesso un lampione elettrico che non la vecchia romantica luna e non conosce foreste, campi, fiori, ma i tunnel delle strade, con il loro chiasso e frastuono, con il loro vorticare ininterrotto. Hanno venduto il tempo per ritrovarci intimamente e leccarci le ferite. La febbrilità e l’ansia di liberarsi dal fango dopo averlo navigato, ormai sono il simbolo del nostro ritmo di vita. Tutt’intorno non ci sono linee morbide, tonde, uniformi, strade asciutte e ben strutturate o lunghe prospettive, ma angoli, spigoli, zig zag; ecco che cosa reclama il paesaggio contemporaneo come il sentiero della coscienza collettiva: la necessità di una riforma neo futurista per l’anima e le sue sventure. Nei suoi percorsi, Pilastri nel Fango tesse una tela di profondissime, sottili e subdole devastazioni dell’anima stessa attraverso un parallelo, integrato ed inevitabile percorso di ricerca stilistica. Eppure lo stile non fa altro che accostarsi ed adattarsi all’essere ispido e sanguinante; è una conseguenza dello stato d’animo e appare tanto più ricercato quanto più è crudo il tormento vivo a cui da voce. Un richiamo primitivo ai monoliti come ad un’architettura poetica fatta di grevi pesi specifici, fino al tetro incalzare del buio, fino ad impugnare lo stomaco. “Pilastri nel fango” non è una raccolta di speranze.
Senza Titolo
Asfalti, abbagli, stracci appesi
Oh malinconia difenditi!
Ti accosti di soppiatto ...
... e bruci! Bruci! ...
Blu, profondo, nell'oblio
mi ha inghiottito ...
Solo un'orma ascolta
l'anima mia, muta
nel cuore della notte ...
Asfalti, abbagli, stracci appesi
Oh malinconia ... difenditi!
Caterina Arena - Sorretti da Nessuno
Per Paludi
Più in là,
ove non più oso porre il passo, nei lumi del sangue,
nell’orrore gelido e ululante della strada …
ho trovato una falda sudicia per tutti!
Ovunque tu espierai la pena,
Oh ciurma polverosa, cieca sorda e monca!
Lì inchioderai la vita … ai defunti rami,
infranti e trascinati stanchi per paludi!
Artwork Yby ves Tanguy
Limbo
I germogli dei giorni oscuri languiscono agli incroci.
E bisbigliano come la seta gli antichi mali mentre
nascondi il ronzio della marea che scalci verso il canto
delle finestre ancor dischiuse al mondo.
E ad ogni vespro il diavolo riflette l’ombra dei violini
in un sorso di vanità. Ma tu non asservire la tristezza
all’uva prima della futura notte figlia delle polveri!
Sergio Angeli - Effimero
Envy
Oh notte amica! che, passo dopo passo, ci conquisti!
A chi tagli i sensi per giustizia che abbatte?
Felicità non invidiata io lodo.
Angelo Cricchi - Orange
Una legge senza rogo
Sarei caduta in quest’anima a tre ali
per un pugno misto di fuoco e zolfo.
Ma nel sibilo cruento d’abisso in carne,
hai istigato il primo vuoto … Ehi tu!
Vento allegro, barbaro e contento!
Tu che strappi e sbatti questa tarda sera!
Sciogli la lingua che non più crede
ai raggi del sole o alle istruzioni per il domani!
… E invadi ancora questa misteriosa tenebra
come una mano santa d’ispirazione! … contro
tutti i demoni spavaldi pronti a godere
dell’ingenua ignoranza al sole,
come per timore d’un boccone d’altura,
mio dio fatale in un sospiro.
A te m’inchino … Oh bel nero fantastico sogno!
… sagace t’appigli ai luoghi dell’umiliazione …
Là dove è lordura melma mista ad indigenza …
Laggiù laggiù! lascia maturare il giusto sdegno,
prepara al lavoro queste esili braccia…
Sei tu che m’ami ed è tua cura …
Qui nella mia mano, una vista … con più umiltà,
più in basso, di là ove si scorge meglio un altro
mondo … La strada s’è svuotata.
Laboratorio Saccardi - Anima Mundi
Raw
Non cercare nulla, Taci oh anima!
Non crucciarmi, non spingermi al filo spinato,
non istigare la voce, non indurmi al pianto!
Porto negli occhi le stesse remote speranze che,
nate al caldo, nella neve periscono.
Francesca Lolli - Photo from "Ninna Nanna Salata" Art Performance
I lost myself
Si accoltellano le ore,
le arrese e le violente,
le devote e le ribelli,
incastri di parole!
e un manipolo di notte.
Piagano labbra,
un inquieto sibilare
col passo in mezzo ai folli
per un embolo violento.
Che catastrofe la lingua!
Così turpe, lercia e indecorosa!
E’ la fame della maldicenza,
l’empia mano di perfidia
di chi tende un filo come un altro,
per poi far ressa in una buca.
Ed io, che mentre inciampo, cado!
… cedo! Una condanna!
Si accoltellano le ore,
e quando qui verrà chi al mondo
più mi ama, io non lo vedrò davvero,
… E’ il torto di una lama!
Io spigolo negli angoli.
Mi seppelliranno, insonni uccelli
mi beccheranno gli occhi!
Insulsa, avrò sciupato il cuore
e attenderò con viso arreso.
A volte i tralci deboli appaiono
i più forti, per mano di maschere
e ripari, lì gettati in pasto ai cani.
Si accoltellano le ore …
… ho perso.
Salvatore Cammilleri - Grand Guignol
Glossy Road
Com’è molesta questa morte,
a piè sospinto ingrata e faticosa.
Le ombre abbandonano ogni scena
quando la voce dei poeti si tempra con la vita.
Marco Lodola - Ballerini Neri
Nuova Pelle
Molesto pianto del tormento …
quest’anima t’attende in lividi su antica pelle!
Ah tu mia forza! Tu che disseti la vita!
Tu maestosa delizia, dimentica
plumbea tempesta! … qui risali
come giro di medaglia nella morsa dei felini!
Magnifica voluttà! … battuta a morte
su astiose lacrime di risacca!
Oh tu stella che punti la notte! …
Ingorda mia lusinga! maestoso incanto,
fiore di rantolo in trincea! … una sventura antica …
Quando cederai la voce alla
mia mano vergine stesa all’ultimo sole?
E ancora indugio armata … e poi … nell’estasi …
Odorerò d’ignoto cuoio e non sarà
passato inutilmente tutto quello
che ho amato con passione,
tutto l’ardore, il palpito di questa
misera vita senza spiegazione.
Maurizio Savini - I like America. America likes me
Checked Girl
Mondo
a scacchi
Ginacolada
Alacre
superstite
a galla
Prigioniera
Ciclica
e sola
Ginacolada
Non sapeva
gridare
Era d’un passo
sottesa al
rovescio
Euforica
ai poli
Ginacolada
Era sociale
senza le mani
a lavoro
Era l’inutile
benefico
per il necessario
Era dubbio
apatico
differenziale
Oscillava
nel limbo
appannato
Ginacolada
speme e
vendetta
Ginacolada
voleva potere
Corrado Delfini - Figura Meccanica
Dal Nulla
Oh abbaglio! Oh lealtà!
Tu sei per me …
… un cuor senza inganni …
Lieve sfiorare tra le dita,
il taglio della vita …
Un sorso in un cruccio.
Quanto ardire!
Per fidarmi ancora della poesia?
No! Non a lungo avrai sete oh cuore arso!
Calda, respira la roccia …
e l’ultimo accordo è nell’aria!
Artwork by Jean-Louis Van Durme
Che io riposi qui
Là dove le onde
scuotono l’anima,
gli amanti dissolvono
isole negli oceani.
Il tempo muta in sogno
nelle lusinghe del cotone
come labbra di misere notti.
Là dove elogio ed impostura
accolgono indifferenti
le dita miste ai tagli del futuro,
là dove il domani
non somiglia che a un ricordo,
l’Avvenire si piega come
le pagine dei libri.
Sarà candido e mite
l’argine dei nodi.
Che io riposi qui
sull’ara dei pensieri scomodi
come una pianta amara
dalle radici cortesi.
Paolo Schmidlin - At Rest
Nero
Siamo inciampati tra le stelle,
erano tutte spente.
Théodore Géricault - La zattera della medusa