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Negli abissi dell'isola - volume 2 Il Pi

SINOSSI

NEGLI ABISSI DELL’ISOLA - IL PIRATA DELLE IMMERSIONI

Una storia di fantasia inventata da Diego Crippa e scritta da Annarita Borrelli

 

Ritrovarsi in un altro mondo, vedere da lontano i tratti foschi di un passato, tuffarsi … immergersi e poi nuotare altrove, negli abissi di un’isola che non c’è eppure esiste, come per fuggire da un universo malsano e dalle sue poco lungimiranti ipocrisie. Accorgersi di non esserci riusciti quando in fondo al mare ci si ritrova dinanzi ad uno scempio, ad un altro … e ad un altro ancora. E poi sognare, di notte, la voce della Natura ferita, espressa nei tratti magnifici delle Sirene, esseri leggendari appartenenti all’immaginazione quanto alla cruda realtà di un passato che urla Giustizia e vorrebbe ancora ribellarsi. “Negli abissi dell’isola – il pirata delle immersioni” è la costola rivoluzionaria della vita di ognuno di noi, quella che spesso non abbiamo il coraggio di esprimere per paura di essere giudicati dalle convenzioni sociali in cui ci ritroviamo, quotidianamente, ingabbiati. E poi questa costola si spezza e la sua forza si riflette nella passione e nell’intensità eterna dell’etica e della condotta di un personaggio principale, il nostro Dep Bonnet, il più esperto tra i subacquei, il più sognatore e temerario tra gli esseri mortali.

Una storia che assume le sembianze di una narrazione durata più di una vita intera, qualcosa che avviene negli abissi di un’isola e che poi si propaga in qualsiasi anfratto dell’oscurità e del mistero, quello in cui, da secoli, vengono nascoste antichissime verità rappresentate, in questo romanzo, sotto forma di memoria. C’è sempre una voce in lontananza, è la voce di personaggi ed oggetti del passato che, da fantasmi, si trasformano in anime attuali, capaci di entrare in relazione diretta con la mente ed il cuore di Dep Bonnet e viceversa.

La Verità esige Giustizia. La Verità sceglie strade e destini, inesorabilmente urge e palpita anche quando viene occultata per colpa di ignobili e disumani interessi. Dep Bonnet comprende l’esistenza del male, lo associa ai loschi affari delle Istituzioni e poi riconosce l’insanità di queste autorevoli mani mentre agiscono, codarde, nelle acque del mare più bello e profondo del contesto di cui si nutre. È come incontrare, ad un tratto, i colpevoli della deturpazione di un incanto, qualcosa o qualcuno che getta acido sul volto candido di una meravigliosa creatura.

Il romanzo guarda al futuro come qualcosa che lascia tracce alle nostre spalle prima di affacciarsi ai noi dinanzi, perché quella memoria storica a cui Dep Bonnet tanto si lega e che è chiamato a difendere ed a liberare dai soprusi e dalle angherie del mondo moderno, per nulla attento e rispettoso nei confronti delle proprie radici, non è altro che figlia delle regressioni oniriche che, lo stesso personaggio, compie nel presente pur guardando alla propria missione, cioè al proprio futuro.

Questa lunga storia veste un’indole che, avanguardisticamente, noi autori definiamo “concettuale”.

Tale nuova definizione prende forma nel corso delle pagine di questo romanzo. Cari lettori, siete dinanzi ad un nuovo metodo narrativo, quello della vita!

Tutto nasce nel primo romanzo, il luogo metafisico in cui si narrano le radici della morale storica appartenenti alla famiglia di origine di Dep, poi giungono gli insegnamenti di suo padre Germano e tutto ciò in cui essi si sono tradotti. Nel tempo emerge il carattere di Dep, le sue propensioni, i suoi desideri, la sua indole … Dep studia con noi e per noi la storia del mare, dell’archeologia subacquea e delle navigazioni … e noi siamo chiamati a studiare anche i dettagli delle sue materie nel corso di questa storia per poterla comprendere a pieno. Una descrizione perfetta di elementi tecnici che si incastra elegantemente nella narrazione. E poi finalmente il Grande Mare, i suoi tesori ed il tempo della scelta. Convenzionale o non convenzionale, ordinaria o straordinaria, realistica o sognatrice. Ma tutto ciò non è altro che un cammino della coscienza all’interno di un incastro narrativo, perché è come se il pensiero fosse il reale protagonista dell’intera opera, piuttosto che il personaggio dichiarato, Dep Bonnet, a cui viene, in ogni caso, consegnato il compito di esprimere una testimonianza. Questa coscienza universale viaggia, quindi, attraverso le trame del mondo delle idee, dell’etica, della morale, della contestazione, della giustizia, della rivoluzione.

L’innegabile intento di noi autori, considerando l’oggettiva importanza dei temi raccontati in questa storia, indipendentemente dai singoli gusti e dalle vostre soggettive simpatie, è stato quello di creare un romanzo ibrido che ritenga in sé un seme capace di attirare un più ampio pubblico possibile, una madre casalinga come un esperto archeologo o subacqueo. È stato come dipingere, pagina dopo pagina, un altro volto del mare, diverso dall’immagine più usuale a cui siamo comunemente e goliardicamente abituati.

Questa storia esprime una volontà di difendere e di difendersi dalle Leggi della Natura, in ottemperanza al solo desiderio di dar voce alla Natura stessa, ancora e sempre alla ricerca di alfieri, condottieri, protettori, giustizieri e, in questo caso, di un pirata buono delle immersioni subacquee scelto dalla leggenda per proteggere i nostri tesori più reconditi e sommersi.

Ma cosa significa distinguere tra buona e cattiva pirateria? La risposta è semplice. Avere il coraggio di pesare i comportamenti di un pirata e decidere da quale legge questo pirata sarebbe da considerare fuori: quella dello Stato o quella della Natura che passa attraverso le logiche del rispetto piuttosto che dell’interesse.

Dep Bonnet si trovò, quindi, dinanzi ad una scelta e ne “Il pirata delle immersioni” scelse di andare incontro alla salvaguardia di un tesoro immenso, rimettendolo nelle mani della naturalezza di un antico destino. Egli riconosce la Verità e regala la storia ed i suoi preziosi all’unico legittimo proprietario: Il mare. E facendo questo ci e si regala emozioni fortissime, crescenti.

Questo lato dell’anima umana, espressa nella soggettività del personaggio, decide di andare oltre qualsiasi tipo di illogicità racchiusa nella logica stessa, e poi si trasforma e si esprime in un continuo ondeggiare narrativo che va dal mondo reale al mondo dei sogni e viceversa, fino a diluire e ad assottigliare i confini tra gli stessi, così da condurre il lettore fino al punto di non volere neanche più riconoscere il confine tra la realtà ed i sogni … come quando si vive in un mondo parallelo perché si rifiuta quello concreto, nell’idea e nel desiderio che i propri sogni possano in qualche modo avverarsi sul serio.

“Il pirata delle immersioni” vive di questa mescolanza tra brutali concretezze e onirici momenti sognanti, tra foto reali e immagini di fantasia perché, molto onestamente, ci pone dinanzi ad una grande domanda: stiamo leggendo i tratti di una storia reale o di una storia di fantasia? La realtà è fantasia o la fantasia può essere reale? Cos’è fantasia e cos’è realtà? Forse esiste una realtà solo nella nostra mente e la fantasia può diventare realtà per cui la realtà non ha confini veri che non siano costruzioni del nostro solo pensiero. Ma voi, cari lettori, alla fin fine, pensate che tutto questo possa essere realtà o fantasia?

Dep Bonnet attraversa ed esplora gli abissi ed esattamente lì, nelle profondità del mare, ritrova sé stesso ad ogni immersione, ad ogni visione, in ogni sogno, in ogni mancanza, in ogni onirico incontro, nella maledetta solitudine, nel desiderio di un amore, nell’anima dei reperti archeologici che conserva e tutela e poi nasconde negli abissi dell’isola, come nella voce profonda dell’immensità del mare e della Natura o anche come nel cosiddetto mondo delle Sirene. I tempi moderni sono stracolmi di ancore che cadono dall’alto come meteoriti e macellano il fondo del mare. Sembrano aratri su terre gialle che profumano di grano, e questo fa male, distrugge i relitti, distrugge la terracotta ed al contempo annienta la vita degli abissi che si sente, d’improvviso, devastata da un’ancora di oggi come da un vecchio tzunami. Quando le Istituzioni non sanno o non vogliono intervenire si pone, quindi, la questione di come porsi dinanzi ad una sventura. Il nostro Dep sposta gli oggetti, li offusca, li vela, li insabbia e li libera dalla vista di tutti i superficiali e i maledetti!

Uno scempio ambientale, un disastro archeologico, la mano operativa dell’uomo moderno a lavoro contro la Natura ed inconsapevolmente anche contro sé stesso. C’è chi piange per aver sbagliato, c’è chi si arrabbia per non aver parlato, e poi c’è chi si attiva per cambiare il mondo, questo è Dep Bonnet. Lui sa trasmettere al futuro l’importanza di allenarsi all’idea per cui “non tutti i mali vengono per nuocere” e con questo testimonia l’importanza di dover imparare a raccogliere opportunità anche quando vediamo solo tremendi ostacoli.

“Il pirata delle immersioni” è una storia avvincente che corre verso la scoperta come verso la fine, tutta d’un fiato e senza colpo ferire. Ed in questa fine si nasconde un nuovo inizio, la rotta dell’eterno ritorno alle origini più profonde delle proprie paure e dei propri reconditi desideri. Anche al termine di questa corsa narrativa si confondono i confini tra la morte e la vita, come per dire che ci sono esistenze che solo in una morte o in una rinascita o in una riconversione possono trovare il proprio senso e la propria vitalità. Questo sconfinamento di trasformazione pone, concettualmente, il personaggio che vive in ciascuno di noi, al di là del bene e del male, come al di là del dolore e del piacere. Quando si parla di “oltremare” è come parlare di una sana implosione che non fa altro che portarci dentro il nostro centro, dentro il nostro cerchio non aperto.

Un linguaggio fluido, efficace, semplificato, animista e sognante, quello di un Dep Bonnet che non si arrende e per contro combatte, così fino al termine di un viaggio onirico ma tremendamente reale che ci fa riflettere sul senso di ogni trapasso e di ogni cambiamento.

Negli abissi dell’isola è come dire “nelle nostre intimità”, “nei nostri punti fragili”, “nei nostri tesori più preziosi e nascosti”. Il Pirata delle immersioni è come scegliere di mettere le mani in quelle ambigue dei potenti con la voglia di nascondere e tutelare tutte le nostre più incantevoli ricchezze nelle misteriose profondità che sempre ci sommergono.

Dep Bonnet è un Ulisse dei tempi moderni, ordinario ed al contempo straordinario. Un uomo, un destino, un’opzione, un grande sogno, una fantastica realtà contemporanea … e due bombole con un erogatore come spada.

 

Annarita Borrelli e Diego Crippa

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