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Negli abissi dell'isola - volume 1

SINOSSI

NEGLI ABISSI DELL’ISOLA

Immerso nell’archeologia con le sirene, scegli la tua storia

Una storia di fantasia inventata da Diego Crippa e scritta da Annarita Borrelli

 

“NEGLI ABISSI DELL’ISOLA - Immerso nell’archeologia con le sirene, scegli la tua storia” è un ossimoro letterario da ritenersi precursore di una categoria narrativa presumibilmente ancora non nota ai più. Tuttavia, spingendoci in un tentativo ambizioso e forse frivolo di volerlo, a tutti i costi, definire, si potrebbe immaginare di includerlo nei generi del romanzo storico, di avventura e di pura fantasia. Questa lunga invenzione sorge alle origini della storia di un’antica e poverissima famiglia di pescatori che avevano l’abilità di trascorrere il tempo del giorno e della notte nella più sana e catartica semplicità, seguendo le leggi della Morale, dell’Etica e della Madre Natura. C’era una volta l’annosa faccenda di quello che viene, anche oggi solo superficialmente, definito bracconaggio, una circostanza che veniva, giustamente e legalmente, adoperata tantissimi anni or sono dai più antichi personaggi di questo lento e durevole racconto che poi, nel corso delle pagine, così come nel corso del tempo, segue la scia di tutto ciò che è realmente accaduto in linea con le leggi dettate dalle concrete ed internazionali Istituzioni. Così, la vita ordinaria di questa grande famiglia, viene trasformata in una ricerca sana per la vita e per la sopravvivenza della carne secondo l’idea espressa dalle norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. Ma nonostante tutto ciò i fatti che accadevano una volta espressi poeticamente tra gli odori delle pagine di questo libro, vengono difesi e rivisti contro le comuni e banali condanne che, successivamente, hanno poi posto una serie di corretti divieti. Si, perché è giusto difendere la Natura in quanto la Natura stessa può giustificare e scagionare chi la sa proteggere nonostante la definizione degli atti umani che ne toccano il destino. Questo libro, quindi, nel suo primordiale esordio racconta la storia di pescatori e cacciatori che, in realtà, conoscevano e rispettavano le Vere Leggi della Natura così come dalle parole del padre del protagonista principale che di certo non avrebbe mai scusato tutti i cosiddetti suoi “colleghi” fin troppo pronti a qualsiasi cosa per pescare o cacciare senza alcun senso e dignità. Questa è la parola di un tale Germano, un grande uomo semplice che aveva insegnato al suo piccolo fanciullo di nome Dep, colui che sarà poi il reale protagonista dell’intera storia, la regola per cui vale sempre la pena accontentarsi della quantità di un pescato utile solo per mangiare e sopravvivere nel tempo di una misera eppur gioviale giornata trascorsa nelle acque di un lago o di un mare. La messa in discussione di questi antichi valori a favore della saggezza riposta in un genuino e naturale accontentarsi dei frutti della Madre Natura pone, quindi, in discussione anche le vecchie condotte della pesca e della caccia cosiddetta di frodo. E’ antico peccato dell’uomo volere di più per poi non ottenere che il nulla, il vuoto nonché la completa trasformazione di un potenziale bene in male assoluto … la mano dell’uomo dinanzi alle regole della Natura, ancora oggi e non solo nella fantasia di questa narrazione, è solo capace di distruggere quanto di più bello la sacralità dell’universo abbia, da secoli, saputo donare a favore della bellezza della vita. E poi Dep, quel fanciullo … cresciuto nell’ingegno positivo, nell’addestramento alle migliori tra le abilità, crebbe bellissimo e saldo, mai dimenticando i saggi ed avanguardistici insegnamenti dei suoi Padri, del suo sangue … e del suo proprio genitore Germano. La storia ed il destino di Dep vertono attorno al suo immenso e profondo Amore per l’acqua e per il grande mare … anche i viaggi e lo svago all’interno delle pagine di questa narrazione all’epoca della sua fanciullezza, ci indicano la via per la salvezza che è sempre dinanzi ai nostri occhi ma che, spesso, non vogliamo o non sappiamo riconoscere … Perché la salvezza che ci può assicurare la Madre Natura, a volte, presuppone delle banali e futili rinunce … ed a pensarci bene, il mondo contemporaneo ha davvero ancora bisogno di questi segni … di questi insegnamenti, perché si pone sempre e tremendamente superbo al di sopra di qualcosa che senza alcun dubbio è più grande di tutte le sue misere impotenze. Ad un tratto però … come vuole la Natura stessa ed a volte l’avversità del fato, Dep restò da solo senza la mano del padre e dovette, quindi, provvedere a lui stesso così come ai bisogni materiali di una madre laterale che, tutto sommato, lo aveva sempre e comunque sostenuto anche solo per assicurarsi qualcosa da masticare prima ancora di godere e poi sputare. Si, certo … anche in questa storia, i personaggi non appartengono mai al caso e Dep è disegnato come un uomo che, proprio al caso, non aveva mai creduto. Drammaticamente Germano, purtroppo, muore tra le braccia della moglie e del suo sangue in emorragia. Come volete che possa morire un personaggio che aveva “buttato il sangue” nel corso della sua vita per assicurare la felicità a quella che era la sua famiglia felice? In quei mesi, in quei momenti … Dep, stava ottemperando ai suoi doveri di Vero Uomo ed infatti era al servizio militare. Lì Dep imparò che non esiste alcun motivo, alcuna giustificazione per il fatto di nascere con o senza una camicia in grado di proteggerti dalle peggiori esperienze di questa vita che, a volte, sa ben mostrare il suo volto più tetro e difficile … come un arguto ed altissimo monte da scalare … ci vuole ingegno per saper saltare gli ostacoli espressi dalla sorte ed anche dalle sue faticose derivazioni. Nel bel mezzo di questa storia, la narrazione si sposta dalla storicità e dalla fantasia romanzata del quotidiano vivere all’avventurosa e straordinaria esperienza del personaggio principale che, sugellando la propria sorte, le proprie tendenze, gli istinti, la personalità e la tempra, diventa, con fatica, dedizione, studio ed esperienza continua, un espertissimo sub. Dall’apnea alla subacquea la via di Dep viene narrata in un crescendo di continue vicende dal sapore del temperamento tipico dei più affascinanti temerari. Il suo animo si spinge al di là di ogni limite con la veemenza di un Maestrale, uno e trino, ma pur sempre finito e consapevole delle proprie possibilità. Ci vuole destrezza, coraggio ed intelligenza pura per sopravvivere da soli nel mondo sommerso anche contro qualsiasi apparente giustizia riposta nelle regole di uno sport estremo come quello … Di fatto Dep iniziò a rielaborare tecniche e strumentazioni tipiche della subacquea al fine di renderle sempre più semplici e funzionali alle sue immersioni, il suo motto era “tutto ciò che non c’è non si rompe”. Ma gli insegnamenti non terminano così, semplicemente. La verità è che Dep sapeva come allenarsi alla vita anche dinanzi al rischio ed ancor di più il segno che questo personaggio lascia nei cuori di tutti gli uomini, e non solo dei subacquei, è semplice. Mai possiamo davvero giocare a carte con la sorte, per sopravvivere si può sbagliare, ma ci vuole testa e cuore per vivere sul serio. Ad un tratto, su questa strada, Dep incontra, però, un varco, un bivio, un perché … un vero e proprio sogno sconfinato e lo incrocia esattamente negli abissi di un’isola. In realtà, proprio quel sogno, non era altro che l’eco redivivo di un ingenuo, innocente ed ancora acerbo miraggio, tipico della storia di moltissimi bambini che, nel corso dei primi anni della loro esistenza, amano giocare con i marchingegni delle fiabe e delle antiche leggende. Già molto tempo prima, da fanciullo, infatti, in vacanza presso quelle terre … si era imbattuto in qualcosa che gliene aveva già parlato … un piccolo antipasto, un presagio di memorie … era l’antichissimo richiamo della storia dell’archeologia. Dep si innamora di una vetusta e maestosa Anfora, qualcosa che secoli e secoli, gli uomini remoti di epoche passate, addirittura consideravano come “spazzatura” dopo averla utilizzata per il trasporto o anche il commercio di olio, vino ed anche garum o cosiddetta salsa di pesce. Questa è come la vicenda di chi, tra un paio di millenni, ritroverà in fondo agli abissi i nostri rifiuti … di vetro o di plastica, quelli che ci inquinano in tutti i sensi e che magari, chissà … invece potranno poi venire annoverati come fantomatici “pezzi da museo” … tuttavia, noi poveri contemporanei, soffriamo della pena della rivoluzione industriale e delle meschine leggi delle economie di scala che producono oggetti e rifiuti sempre uguali e quindi, molto onestamente, davvero poco interessanti. L’unicità di quel sogno dinanzi ai suoi occhi segnò, quindi, per sempre, la vita del nostro catartico e metafisico personaggio … Dep era un avventuroso ma, prima ancora di essere di tutto ciò, tratteneva dentro quel suo animo, la storia dei secoli e dell’intera umanità. Quell’Anfora per lui fu solo l’inizio di una serie di incontri con oggetti ed animali che, in realtà, da secoli e secoli andavano alla ricerca di una voce che potesse parlare per loro al mondo, sulla terra, ai più, alle masse, alle élite … a tutti. Dep iniziò a comunicare con tutto ciò. Questo libro, infatti, riporta al suo inizio, una dedica molto importante rivolta a chi non può parlare. Bisogna dare fiato alla Verità affinché essa stessa si trasporti nel tempo, nel futuro, ai posteri, sempre pura … anche se, alla fine, potesse risultare chiara ad una sola ed unica anima dispersa chissà dove o chissà quando. Un prologo nel futuro, immagini, padronanza, metabolizzazione e trasformazione delle tecniche e delle strumentazioni … queste sono, altresì, solo alcune delle umane attrezzature a disposizione del nostro fantasioso ed avventuroso Dep. Ma cos’è il sogno? o cos’è davvero l’Amore? … forse il suo istinto, il suo cervello … il suo cuore, non altro. C’è forse un Dep in ognuno di noi, o meglio, ciascuno sogna di essere un po’ di Dep … semplice … ordinario ed al contempo così assolutamente straordinario, lui … era Dep Bonnet e certamente rappresenta un personaggio nato per insegnarci qualcosa di buono. Al termine di questa storia Dep studia, approfondisce e rielabora ogni cosa di quel mondo antico da cui proveniva il suo sogno. Un intero capitolo, assolutamente integrato e tuttavia scorporabile in quanto capace di vivere di aria indipendente, viene dedicato alla dettagliata descrizione di tutto ciò che fu per Dep l’archeologia … e poi la visione di un sogno all’interno di un sogno ed il romanzo, quindi, si sfuma nel totale potere dell’immaginifico … Lui incontrò le Sirene, vide il volto dei più primordiali antenati dell’umano essere … e si accorse, preso per mano, della beltà di costoro e di tutto ciò che sapevano custodire … e poi, inevitabile, giunge nel racconto la voce del Male … o forse, chissà, del minore dei mali possibili … un granello di maledizione terrena e superficialità espressa da un pretestuoso antagonista letterario … Il suo nome è Rufios, il disturbatore … il messaggero del male … colui che controlla il sano agire di Dep come per allontanarlo dalla scoperta della casa dei suoi sogni espressi, in questo grimaldello letterario ed archeologico, dal corpo delle sue adoratissime Anfore e delle sue Sirene. L’ultima parola di questa storia viene lasciata ad una antica virtù sempre a disposizione dell’essere umano … qualcosa che risiede, da secoli, dinanzi ai nostri occhi, imperante ed indiscussa … il libero arbitrio posizionato in una scelta. Questo gioco viene come animato da un saldo basamento, quello di una pianta secolare e si divide in due grandiose condotte come fronde volte a destra e poi a sinistra, nell’ideale di accarezzare la luce come fosse il più radioso chiarore dell’essenza della vita. Ci sono foglie che si adagiano dove sorge il nostro Sole … ci sono foglie che si adagiano lungo il torpore dei tramonti. Ma la libertà delle foglie è quella di abbandonare la natura degli autunni legati agli intrecci impetuosi dei fusti e dei rami … è la responsabilità di ritornare ad ogni primavera, come seme di un tempo in cui, apparentemente, tutto rinasce e ritorna ancora. Giusto o sbagliato che sia, questa è una storia fantastica, ma anche di fantasie, bizzarrie e stravaganze … tutte cure lievi ed ancora necessarie … si, un racconto in cui ogni riferimento a fatti, cose e persone è puramente casuale, nonostante l’avversità del protagonista rispetto al concetto ed alla filosofia del caso. E poi … quando l’etica, la morale, gli antichi valori, i sogni e l’educazione civica diventano memorie, miraggio ed avventura, allora sarebbe consigliabile raccogliere questo libro tra le mani e consegnarlo ai nostri figli, alle nostre discendenze … per non dimenticare, per almeno tentare di smettere di sbagliare così come di smettere di fumare o di inquinare.

 

Annarita Borrelli e Diego Crippa

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